Tra opera e documento. Percorsi dal museo all’archivio e dall’archivio al museo
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/10253Parole chiave:
museo, archivio, deposito, esposizione, documentoAbstract
Presentando la mostra dei disegni di Lucio Fontana al Castello Sforzesco nel 1977, Mercedes Garberi esprimeva la necessità di un avvicinamento del pubblico al museo attraverso azioni di «aggressione sul presente», perché «il museo da un lato è archivio, dall’altro repertorio del possibile». Come dimostrano le analisi sul ruolo dell’Institutional Critique e sull’ossessione per l’archivio nell’arte contemporanea, è in questo decennio che si manifesta un rinnovato interesse nei confronti dell’archivio come metafora ancora oggi assunta per superare la crisi del museo. Partendo dall’analisi di alcuni casi si tracceranno le fasi attraverso le quali nel corso degli anni Settanta, si inneschi la dialettica tra museo ed archivio e le modalità con cui un tale confronto oggi si articola nelle partiche curatoriali e nel dibattito museologico, proponendo tre direttrici di indagine: la dialettica tra le differenti prospettive disciplinari, l’incidenza della dimensione spaziale dell’archivio rispetto a quella del museo, infine le modalità di relazione con il pubblico. L’interrogativo che si intende porre è in che termini la riflessione sull’archivio, assunto come metafora a partire da Foucault per proporre modelli di indagine storica, può portare a proposte di esposizione in cui si rifletta sulla percezione dell’archivio come deposito polveroso ma anche distante e inaccessibile, opposto a quella del museo; sulla consolidata contrapposizione tra opera e documentazione, quindi sulle differenti modalità di organizzazione e disposizione anche in relazione alle politiche di acquisizione; sulle possibili coincidenze tra una idea di archivio in movimento e la presa d’atto del museo come luogo della messa in scena di eventi.
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