Processi creativi del collage di Rossi: comporre e disporre

Autori

  • Beatrice Lampariello UCLouvain, Bruxelles

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/10528

Parole chiave:

Aldo Rossi, collage, capriccio, città analoga

Abstract

Nel panorama internazionale degli anni Sessanta e Settanta, tutta l’architettura di Aldo Rossi, costruita o progettata, si è imposta in forza della dimensione astratta ed enigmatica della sua rappresentazione. Dopo le prime sperimentazioni pittoriche condotte tra gli anni Quaranta e Cinquanta e la messa a punto di alcuni espedienti grafici all’inizio degli anni Sessanta, Rossi inventa un genere particolare di collage, che non si riduce a essere un semplice strumento tecnico per raffigurare edifici e progetti secondo una composizione di rappresentazioni in pianta, sezione, alzato, assonometria o per illustrarne dettagli e relazioni con paesaggi e città. Dotato di una forte aura artistica, capace di combinare immaginazione e realtà, e volto a porre interrogativi sull’idea stessa di architettura, il collage diventa per Rossi lo strumento privilegiato e dall'importante valenza teorica per sondare i significati più reconditi, e talvolta inattesi, della sua architettura e approfondire alcune delle riflessioni condotte nell’ambito di ricerche e progetti; sino ad offrire lo sfondo per l’invenzione nel 1969 di una nuova poetica, quella della “città analoga”. Il contributo indaga per la prima volta attraverso disegni, annotazioni e altri documenti d’archivio, le forme e i contenuti del collage di Rossi, la sua evoluzione e il suo ruolo nella fondazione della “città analoga”, arrivando a svelare, proprio attraverso quel particolare genere di rappresentazione, l’essenza stessa dell’architettura rossiana.

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Pubblicato

2020-02-20

Come citare

Lampariello, B. (2019). Processi creativi del collage di Rossi: comporre e disporre. Piano B. Arti E Culture Visive, 4(2), 16–38. https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/10528