Il montaggio come forma di progetto
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/10856Parole chiave:
montaggio, collage, memoria, immagine, progettoAbstract
Tracciando una personale storia del collage, cerco di impostare una riflessione sulle possibilità dell’uso delle immagini manipolate per prefigurare un progetto. Le immagini manipolate mettono in relazione tempi e luoghi diversi e hanno la capacità di supportare la costruzione del progetto attraverso una selezione di frammenti che appartengono alla nostra memoria e che il collage ha la capacità di far dialogare tra loro. Il progetto di architettura prende così forma da una lenta stratificazione di frammenti; ogni immagine che lo rappresenta racconta la sua storia ed è un modello bidimensionale che aspira alla tridimensionalità della realtà. È importante usare la forma del montaggio come strumento di pensiero e non unicamente come linguaggio espressivo. L’immagine, attraverso il montaggio, si trasforma in qualcosa di nuovo: quando questa operazione funziona, riesce a creare uno straniamento verso ciò che è familiare; si tratta insieme di una trasformazione e di un’invenzione. Il collage è questa invenzione, in cui il pensiero nasce e si sviluppa attorno all’immagine: l’immagine, attraverso il collage, si trasforma, assume significati diversi e si struttura in infinite combinazioni; in questo suo divenire, la forma si modifica continuamente. Il montaggio è un principio capace di mettere in relazione ordini eterogenei di realtà, ossia un principio produttore di conoscenza, che può essere usato per mettere in relazione tra di loro una serie di frammenti che ci appartengono o che vengono estratti dalla realtà, per combinarli assieme e definire immagini da usare come modelli da interpretare.
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