Stelio Maria Martini, ‘Schemi’, and the Po(i)etics of Collage
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/12240Parole chiave:
Stelio Maria Martini, Schemi, Collage, Scrittura visuale, Gesto poietico, IntermedialitàAbstract
Il saggio affronta la trasgressiva poetica del collage praticata dal poeta visuale Stelio Maria Martini nel suo capolavoro Schemi (1962), uno dei libri d’artista più complessi del XX secolo: un catalogo di tecniche compositive per un’arte totale, realizzato attraverso la manipolazione estetica dei più svariati materiali attraverso una grande molteplicità di media (ritagli di giornale, disegni, foto, detriti culturali). Una lettura inedita e approfondita di Schemi dimostrerà come il collage sia per Martini molto più di una giustapposizione sperimentale di significanti (come era invece per gli artisti dell’Avanguardia storica), o una sovversione politica di slogan pubblicitari (come accade in altri poeti visivi del suo tempo). Esso è invece la base necessaria di una poesia futuribile: un gesto poietico (da poiéo = fare), in cui parole, immagini e materia tratte dall’immaginario collettivo della società contemporanea si combinano per recuperare deboli schemi di una sensibilità umana che vi resterebbe altrimenti del tutto alienata. L’analisi porterà alla luce alcuni capisaldi di questa originale po(i)etica del collage, in grado di ridefinire la poesia stessa come mezzo d’espressione: la sostituzione della logica deduttivo-lineare con una circolare, che accetta le contraddizioni come consustanziali alla vita e all’arte; il radicale sovvertimento dei concetti di Tempo e Storia; la trasformazione dei valori e degli usi della scrittura, insieme alla fondamentale distinzione tra senso e significato; l’importanza di una visione cosmica quale accesso privilegiato alla realtà.
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