La realtà virtuale nell'Italia dei primi anni Novanta

Autori

  • Paola Lagonigro Sapienza Università di Roma

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/14294

Parole chiave:

Virtuale, interattività, esperienza sensoriale, Computer Art, Anni Novanta

Abstract

In Italia il tema della realtà virtuale viene introdotto nel 1990 con il convegno Mondi Virtuali, curato da Maria Grazia Mattei a Palazzo Fortuny. Tra gli artisti che si avvicinano al tema, vi sono alcuni dei protagonisti della scena dell’arte elettronica italiana del decennio precedente: Correnti Magnetiche, Giovanotti Mondani Meccanici, Giacomo Verde, Massimo Cittadini, nonché artisti meno noti, come Daniela Bertol e Fabrizio Savi. Sebbene i dispositivi di realtà virtuale invitino all’immersione, nei primi anni ‘90 il discorso si estende fino a opere interattive che sono definite di “realtà virtuale non immersiva”, come quelle realizzate con il Mandala System, nelle quali vi è sì un’interazione, ma all’interno di una realtà bidimensionale. Oltre alla traduzione di alcuni testi fondamentali (M. Krueger, H. Reinghold), anche in Italia sono pubblicati i primi saggi sulla realtà virtuale (A. Caronia, P. L. Capucci) e nel 1993 nasce la rivista Virtual che accoglie il più recente dibattito nazionale e internazionale sul tema. Nello stesso anno, Correnti Magnetiche realizza Satori, prima opera di realtà virtuale immersiva in Italia, e viene elaborato il testo Per una nuova cartografia del reale che annuncia la fine del predominio dell’immagine a vantaggio dell’esperienza sensoriale. Intorno alla metà del decennio, il dibattito sul virtuale si sposta dal piano dell’esperienza immersiva e sensoriale a quello della comunicazione, accogliendo i nuovi temi che scaturiscono dalla crescente centralità del web.

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Pubblicato

2022-02-03

Come citare

Lagonigro, P. (2021). La realtà virtuale nell’Italia dei primi anni Novanta. Piano B. Arti E Culture Visive, 6(1), 41–66. https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/14294