Tracce di gesti impossibili. Fotografia e comportamenti negli anni Settanta
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/15575Parole chiave:
Gesti impossibili, Magia, Joseph Beuys, Gino De Dominicis, Germano OlivottoAbstract
Tommaso Trini in Nuovo alfabeto per corpo e materia, pubblicato su «Domus» del gennaio 1969 e poi nel catalogo di Live in Your Head. When Attitudes Become Form, riflette su come nell'arte la partecipazione e la reazione del pubblico siano divenute fondamentali e molte opere nascano per essere effimere: «durano una mostra, il tempo di un'alchimia. La materia evapora e diventa un'operazione, un rapporto». La fotografia diventa allora il reagente che non solo "registra" documenti che narrano visioni dell'accaduto, ma che crea anche illusioni e parvenze di azioni inattuabili, che coltiva la traccia di gesti impossibili legati pure alla videoarte. Se, come scrive Rosalind Krauss, la fotografia ha un rapporto indiziale con la realtà, allora quelle foto ci conferiscono avvisaglie a cui dobbiamo credere, di cui dobbiamo fidarci con misticismo, tanto più che in quel clima culturale agiscono alcuni creatori di mondi sul cui comportamento influisce un'idea di medium o di sciamano.
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