Corpi stranieri: il corpo come medium e come immagine nella fotografia. A partire da John Coplans, Mona Hatoum ed Erwin Wurm
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/15577Parole chiave:
Fotografia, Corpo, Medium, Immagine, AlteritàAbstract
Il saggio intende analizzare alcune trasformazioni nella rappresentazione del corpo umano all’interno della fotografia contemporanea attraverso tre opere significative degli ultimi trent’anni: i Self-Portraits di John Coplans (1984-2002), Van Gogh’s Back di Mona Hatoum (1995) e la serie delle One Minute Sculptures di Erwin Wurm, realizzate a partire dal 1997. Grazie a questi esempi, secondo diverse declinazioni, non soltanto l’unità del corpo viene frammentata e messa in discussione, rivelando l’alterità e l’estraneità all’interno della rappresentazione dell’identità personale, ma è la stessa natura del medium artistico a essere chiamata in causa e interrogata nella sua feconda ambiguità. Se il corpo si presenta al tempo stesso come immagine e come medium, la fotografia ridefinisce il suo statuto in una condizione di dialogo intermediale con la performance e con la scultura.
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