Immagini programmate: la ricerca di Auro Lecci nella fase pionieristica della computer art
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/16303Parole chiave:
Auro Lecci, computer art, computergrafica, arte e programmazione, intelligenza artificialeAbstract
Il contributo si propone di riflettere sulle origini della computer art in Italia attraverso il lavoro di Auro Lecci, artista che esplora le tecnologie digitali già dalla seconda metà degli anni Sessanta, entrando nello Studio di Fonologia Musicale di Pietro Grossi a Firenze. In un panorama in cui rare sono le collaborazioni tra artisti e centri di ricerca informatica – diversamente da quanto accade all’estero – l’esperienza di Lecci appare piuttosto significativa, essendosi svolta all’interno del Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (CNUCE) di Pisa. Con un background da pittore, Lecci si avvicina al computer sondandone la logica e studiandone il linguaggio matematico. Le sue elaborazioni grafiche generate al computer rivelano l’estetica geometrica della macchina ed esplorano il rapporto tra linguaggio di programmazione e immagine, tra dati prestabiliti e numeri casuali, in linea con le ricerche dei più noti pionieri della computer art. Se in Italia Lecci lavora isolatamente, sono invece decisivi i suoi rapporti con artisti e studiosi europei e americani, il suo coinvolgimento nel movimento internazionale nove tendencije, che apre un proficuo dibattito sull’uso del computer nella ricerca visiva, e infine il suo trasferimento nel 1970 negli USA, con l’obiettivo di proseguire il lavoro nell’ambito della computer art all’Università del Massachusetts.
Downloads
Pubblicato
Come citare
Fascicolo
Sezione
Licenza
Copyright (c) 2022 Paola Lagonigro
Questo articolo è soggetto a Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 3.0 International License.