Reale iperreale virtuale: echi di cyberpunk nella rivista «Decoder»
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/16346Parole chiave:
Decoder, Prof Bad Trip, Hacktivismo, Cyberpunk, NetworkingAbstract
Il presente contributo vuole analizzare l’esperienza cyberpunk italiana alla luce delle proposte della rivista «Decoder» (1987-1998), concentrandosi nella seconda parte dell’intervento sul fumetto di Prof. Bad Trip nella rubrica Il Decoder dei piccoli. Dando spazio alla musica e alle arti performative, ma anche alla critica radicale, recuperando la tradizione della contestazione giovanile dei decenni precedenti, la rivista contribuì alla definizione del genere, grazie all’impostazione grafica, che lasciava trasparire la venuta di mondi distopici, e a una precisa impostazione teorica, che emergeva da contributi come Rete informatica alternativa di Raf “Valvola” Scelsi. In particolare, vengono discussi alcuni momenti creativi che fecero della rivista il punto di riferimento del cyberpunk e dell’hacktivismo internazionale, nella definizione di nuove comunità virtuali: il gruppo aveva infatti fondato una sua BBS e aveva preso parte a Piazza Virtuale dei Van Gogh Tv, in occasione di documenta IX a Kassel nel 1992.
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