Soggettività a confronto. Il ritratto e la ridefinizione di modelli culturali nella fotografia di moda di Paola Mattioli
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/19583Parole chiave:
Fotografia di moda, Ritratto, Soggettività, Identità, FemminismoAbstract
Il lavoro di Paola Mattioli nella fotografia di moda è caratterizzato da parole chiave come "ritratto", "canone" e "rappresentazione delle donne". Attraverso collaborazioni con riviste di spicco come "Amica" e la pubblicazione femminista "Grattacielo. Occhi di donna sul mondo", Mattioli si afferma come figura chiave nelle pratiche fotografiche femministe. Passando dalle riflessioni socioculturali della fine degli anni '60, inizia a pubblicare servizi di moda su riviste italiane negli anni '80, continuando fino agli anni 2000, culminando nelle collaborazioni con Christian Dior. La fotografia di moda di Mattioli durante il periodo 1981-1991 presenta due tipi di progetto: collaborazioni con riviste e partnership dirette con marchi come Enrica Massei e Nanni Strada. Mattioli delinea due approcci alla sua fotografia di moda: focalizzata sul ritratto e sulla creazione di scene, entrambe mirate a ridefinire i modelli culturali, in particolare della femminilità. L'esplorazione critica della fotografia di moda richiede di andare oltre la visione della moda come semplice abbigliamento, poiché essa incarna atteggiamenti, forme linguistiche e scelte di vita. La moda funge da veicolo identitario, contribuendo alla formazione dell'identità, come discutono Lars Svendsen e Roland Barthes. Mattioli si impegna in prospettive sociologiche ed estetiche, affrontando in particolare il concetto di identità rispetto alla soggettività. Opera in un contesto prevalentemente dominato dagli uomini nella fotografia di moda, sfidando lo sguardo maschile e ridefinendo la rappresentazione femminile attraverso il suo obiettivo. Il suo lavoro si interseca con il discorso femminista, in sintonia con la visione di Eugenia Paulicelli che la moda offre uno spazio vitale per la costruzione dell'identità e la resistenza contro le immagini stereotipate. Consapevolmente sovverte le pose tradizionali della moda, offrendo nuove prospettive radicate nei concetti femministi.
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