Living sculptures: Marisa Merz e Mila Leva Pistoi nel segno di Merleau-Ponty. Un orizzonte post-minimalista
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/19608Parole chiave:
Marisa Merz, Mila Leva Pistoi, Maurice Merleau-Ponty, Lucy Lippard, Louise Bourgeois, Rosalind KraussAbstract
La prima testimonianza critica sull'opera di Marisa Merz è un'intervista non firmata, pubblicata nel dicembre del 1966 su "marcatrè". Proponiamo qui di riferire quel testo alla critica torinese Mila Leva Pistoi, autrice di altri dialoghi con i protagonisti della nuova scena artistica italiana. Il riferimento al pensiero di Maurice Merleau-Ponty vi ritorna costantemente, consentendo a Leva Pistoi di interpretare in chiave fenomenologica le Living Sculptures di Marisa Merz, così come le opere recenti di Mario Merz e di Michelangelo Pistoletto.
In quello stesso 1966 Lucy Lippard si riferì alla nozione freudiana di «io corporeo» nel presentare la mostra Eccentric Abstraction, ove spiccavano le opere instabili e metamorfiche di Eva Hesse e di Louise Bourgeois, per molti aspetti vicine a quelle di Marisa Merz, mentre Rosalind Krauss su "Artforum" si appoggiò al pensiero di Merleau-Ponty per la sua interpretazione dell'opera di Donald Judd.
I contributi delle tre autrici aprivano una prospettiva critica post-minimalista, che sottolineava il carattere essenziale di ogni atto percettivo per il definirsi del senso dell'opera e proponeva una triangolazione inedita, mediata dal corpo vivente, tra il soggetto, l'opera e il mondo.
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