Tra estetica e politica nell’attivismo climatico: analisi materiale-discorsiva della rete A22
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/20022Parole chiave:
Arte attivista, Analisi materiale-discorsiva, Disobbedienza civile climatica, Rete A22, Antropocene, Estetica e politica, Realismo agenziale, Iconoclastia contemporaneaAbstract
Nell’epoca dell’Antropocene, le azioni della rete A22 – tra cui Just Stop Oil e Ultima Generazione – si configurano come pratiche liminali in cui estetica, dissenso politico e spettacolarità mediatica si intrecciano, sfidando le categorie convenzionali dell’arte e dell’attivismo. Questo studio analizza tali interventi attraverso una prospettiva materiale-discorsiva ispirata al realismo agenziale di Karen Barad, evidenziando come elementi simbolici e infrastrutture economiche co-costituiscano il significato politico delle pratiche. Sulla scorta di Gregory Sholette, Boris Groys e Jacques Rancière, l’articolo problematizza la tensione strutturale tra funzione trasformativa e rischio di neutralizzazione spettacolare dell’arte attivista, esplorando il concetto di “nuda arte” e di estetizzazione defunzionalizzante. Attraverso casi studio emblematici si evidenzia come tali azioni performino una risemantizzazione dei luoghi, rendendoli palinsesti della crisi climatica. L’articolo discute, inoltre, le ambivalenze politiche legate ai finanziamenti transnazionali, interrogando le implicazioni ideologiche e geopolitiche della protesta. Emergono così le contraddizioni e le potenzialità di un’attivazione estetico-politica che, pur rischiando la cooptazione, dischiude nuovi immaginari per un dissenso radicale.
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