Drammaturgie della partecipazione. La Trilogia della Guerra: collaborare alla messa in scena del tragico
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/20028Parole chiave:
teatro partecipativo, etnografia, osservazione partecipante, tragedia, performance studiesAbstract
L’articolo si propone di verificare come il teatro possa esprimere tutto il suo potenziale in una dimensione partecipativa e politica, presentando i primi risultati di uno studio etnografico basato sulle principali modalità con cui una performance teatrale può costruire un forum estetico e politico – una performance teatrale che vede tra i suoi realizzatori i ragazzi di una giovane compagnia teatrale che fonda le proprie pratiche sulla collaborazione e sulla partecipazione dei pubblici. La ricerca etnografica illustrata nell’articolo è basata sull’osservazione partecipante delle pratiche dei realizzatori e dei pubblici di tre recenti produzioni dirette da Gabriele Vacis con la compagnia PoEM (Potenziali Evocati Multimediali): Prometeo (2022), Antigone e i suoi fratelli (2023) e Sette a Tebe (2023). Le tre produzioni sono state presentate all’interno della stagione del Teatro Stabile di Torino dal 30 novembre 2023 al 17 dicembre 2024, riunite in quella che è stata presentata come una Trilogia della guerra. Tra i principali aspetti emersi nel corso della ricerca, risultano significativi almeno tre elementi: la partecipazione tra attori e pubblici nella fruizione degli spettacoli; la collaborazione tra professionisti teatrali e individui tradizionalmente esclusi dal processo creativo delle arti performative; e infine il progetto pedagogico dove la performance diviene una riflessione sulla democrazia, le sue contraddizioni e le sue ambiguità.
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