Thomas Hirschhorn e l’anti-monumento. Un ripensamento sistemico
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/20087Parole chiave:
Thomas Hirschhorn, anti-monumentalità, estetiche partecipative, spazio pubblico, pratiche memorialiAbstract
Il presente contributo analizza la ricerca artistica di Thomas Hirschhorn come dispositivo anti-monumentale che mette in crisi, da una posizione teoricamente e formalmente radicale, le convenzioni del monumento tradizionale. Attraverso un’indagine comparativa su Gramsci Monument (2013) e Model for a Monument (2024), il saggio evidenzia come l’artista svizzero sovverta l’impianto celebrativo, ieratico e verticale della monumentalità classica, sostituendolo con forme precarie, temporanee e partecipative capaci di attivare nuovi immaginari collettivi. Hirschhorn si confronta criticamente con la retorica dell’“eterno” e dell’“universale” inscritta nel monumento moderno, per proporre una nuova grammatica memoriale fondata sull’accessibilità, la co-produzione e l’interazione. In dialogo con le istanze dell’estetica relazionale e della public art di nuovo genere, i suoi progetti riconfigurano i ruoli di artista, curatore e pubblico, trasformando lo spazio urbano in campo d’azione sociale e politica. Ma quali soglie di inclusione e agency sono realmente raggiungibili nei processi partecipativi artistici? E in che misura il coinvolgimento della comunità ridefinisce l’autorialità e la funzione del monumento stesso? L’analisi dimostra come i suoi anti-monumenti costituiscano veri e propri laboratori metodologici per ripensare criticamente le pratiche commemorative nella contemporaneità.
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