Micronazioni. lo «Stato come opera d’arte»

Autori

  • Simone Ciglia Università "La Sapienza" di Roma

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/6508

Parole chiave:

Micronazione, Stato, Arte, Utopia

Abstract

Il contributo si propone d’indagare il fenomeno delle micronazioni: questo termine si è affermato oggi come onnicomprensivo per descrivere una variegata costellazione di entità che mimano (in tutto o in parte) le caratteristiche di una nazione sovrana – territorio, popolo e governo – pur essendo prive del riconoscimento da parte della comunità internazionale. Originatosi nel XIX secolo nell’ambito della riflessione sul concetto di stato-nazione, il fenomeno assume una dimensione numericamente considerevole nei decenni Sessanta e Settanta del Novecento, quale riflesso degli ideali libertari dell’epoca. Un nuovo e più prossimo periodo di reviviscenza si colloca a cavallo fra XX e XXI secolo, quando la diffusione del web determina una vera e propria esplosione nello spazio virtuale. Nel vasto atlante delle micronazioni s’incontrano utopia, finzione, intrattenimento, eccentricità, frode, ma anche arte. Quest’ultimo versante è al centro dell’analisi del presente contributo, che esamina gli stati fondati come progetto artistico, rileggendo la nozione burckhardtiana di «Stato come opera d’arte». Il fenomeno delle micronazioni artistiche viene delineato nel suo sviluppo storico: dalle radici nelle avanguardie (la Repubblica Libera e Indipendente di Washington Square di Marcel Duchamp, 1917) alle sue declinazioni concettuali (République Géniale di Robert Fillou, 1971 e Nutopia di Yoko Ono e John Lennon, 1973) fino agli episodi più recenti, come lo Stato NSK (1992) e AVL-Ville di Atelier Van Lieshout (2001).

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Pubblicato

2016-12-19

Come citare

Ciglia, S. (2016). Micronazioni. lo «Stato come opera d’arte». Piano B. Arti E Culture Visive, 1(1), 73–101. https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/6508