L’élite ostile. La battaglia per l’arte contemporanea in Italia (1948-1975)
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/7264Parole chiave:
guerre culturali, avanguardia, ideologia, intellettuali italiani, Pasolini, Mauri, De DominicisAbstract
Nel 1958 Dorfles definiva “assenteismo estetico” l’incomprensione, spesso venata di ostilità, di gran parte delle élites culturali del suo tempo nei confronti dell’arte contemporanea, un conflitto sul quale hanno certo pesato, nel secondo dopoguerra, la condanna lukacsiana dell’avanguardia e l’irrigidimento ideologico del PCI nella diatriba astratto/figurativo, così come l’eredità del classici-smo e il rapporto conflittuale con il modernismo prima e il postmodernismo poi, vissuti in parte come un’americanizzazione del campo culturale. Il saggio ripercorre la storia di questa guerra culturale mai completamente pacificata, con attenzione particolare per il decennio che va dal 1964 - anno della prima grande retrospettiva di Duchamp in Italia - al 1975 - quando a Bologna va in scena la performance Intellettuale, chiave di volta per comprendere non solo il rapporto fra Fabio Mauri e Pasolini ma anche le posizioni (solo apparen-temente reazionarie) di quest’ultimo nei confronti dell’ “arte nuova”.Downloads
Pubblicato
2017-07-15
Come citare
Camarda, A. (2017). L’élite ostile. La battaglia per l’arte contemporanea in Italia (1948-1975). Piano B. Arti E Culture Visive, 2(1), 1–27. https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/7264
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