Ai limiti del visibile. Per una microfisica della pittura

Autori

  • Pier Alberto Porceddu Cilione Università di Verona

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/7843

Parole chiave:

visibile/invisibile, astrazione/mimetismo, indeterminazione, realtà

Abstract

Negli anni Novanta, Gerhard Richter ha dipinto un ciclo pittorico in cui viene portato a questione il tema della visibilità stessa del reale. In Silikat viene tradotta sulla superficie pittorica un’immagine ottenuta grazie al microscopio elettronico a scansione, che non restituisce altro che il limite visibile della composizione fisica della materia: la superficie dipinta mostra le “nuvole” elettroniche degli atomi di silicato, con quella particolare sfasatura vibratoria generata dall’ “inesattezza/incertezza/indeterminazione” (blurring, Unschärfe) formulata dal principio di Heisenberg. Siamo di fronte a un’immagine che ci restituisce l’ultimativa visione della realtà che la fisica ci mette a disposizione, il cui ingrandimento scalare e pittorico ci costringe ad ammettere che la composizione del mondo non è altro che questa evanescente fluttuazione elettronica ed energetica. Il limite della materia/mondo coincide così con il limite fra visibile e invisibile. La pittura, il luogo dove il mondo visibile fa mostra di sé, si incarica di abitare l’estremità ultima dell’invisibile.

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Pubblicato

2017-12-30

Come citare

Porceddu Cilione, P. A. (2017). Ai limiti del visibile. Per una microfisica della pittura. Piano B. Arti E Culture Visive, 2(2), 43–67. https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/7843

Fascicolo

Sezione

Articoli