Coesistere attraverso il gioco. L’esperienza di Stalker/Osservatorio Nomade al Campo Boario
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2531-9876/20148Parole chiave:
Stalker/Osservatorio Nomade, Campo Boario, Centro socio culturale curdo Ararat, arte pubblica, arte partecipataAbstract
Oggetto di questo contributo è di ripercorrere alcune delle pratiche condivise che, tra il 1999 e il 2001, hanno segnato al Campo Boario di Roma l’esperienza di un soggetto collettivo denominato Stalker/Osservatorio Nomade. In particolare nelle relazioni con la comunità dei rifugiati curdi e con quella nomade dei rom-kalderasha, le modalità ludico-relazionali messe in atto da Stalker/Osservatorio Nomade si sono mostrate capaci di riconfigurare territori e paesaggi umani di marginalità. Attraverso l’esplorazione e l’intervento in questi territori, la peculiare rilevanza assegnata al gioco, rende queste esperienze particolarmente significative nell’ambito delle pratiche artistiche svolte nella sfera pubblica. Dalla Carta di Non Identità; al Pranzo Boario; al Transborderline, al GloballGame e infine al Tappeto Volante, la principale finalità perseguita da Stalker/Osservatorio Nomade è di aver provato in questi ‘giochi’ a coesistere in “territori” incerti, indeterminati e particolarmente complessi e di essere riuscito a delineare degli spazi pubblici aperti e in continuo divenire.
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