Call for Paper: Collage di carta, collage digitale: concetti di architettura a confronto

2019-07-26
A cura di Anna Rosellini in collaborazione con Arianna Casarini e Roberto Paolo Malaspina

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Negli anni dopo il 1968, segnati dalla rivolta studentesca internazionale, alcuni architetti hanno rifiutato il progetto di tipo tradizionale e la pratica professionale per operare nella società una rivoluzione attraverso il disegno di architettura. Questo rifiuto ha preso una forma particolare e si è manifestato con un disegno espressivo che talvolta ha assunto i tratti di un manifesto per una visione di una società a venire. Conseguentemente si è generato un vero e proprio universo di immagini che è stato definito, spesso con disprezzo, “architettura di carta”. Quei disegni alludevano ad un’architettura che non intendeva essere costruita ma voleva diventare espressione di un sogno per una civiltà diversa. Quell’architettura di carta è stata rivoluzionaria, come lo furono i disegni di Piranesi e i collage di Mies van der Rohe. In quell’“architettura di carta” il collage ha rivestito un ruolo fondamentale. La tecnica del collage, per quanto in uso sin dai primi anni del Novecento, ha acquisito un valore del tutto particolare nel clima culturale, politico e ideologico degli anni Sessanta proprio per l’immediatezza e la forza di rappresentazione dell’immagine.

Le premesse visionarie contenute nei disegni manifesto degli anni Sessanta non andranno perdute. Le idee cristallizzatesi nella carta agiranno nei decenni successivi fino poi a ritrovare una sostanza concreta, tra la fine del XX secolo e gli inizi del XXI secolo. La tecnica del collage dell’era digitale consente a diversi architetti di delineare un’immagine di sintesi dalle valenze narrative, che orienta la dimensione culturale e la forma stessa dell’architettura. Il procedimento del collage digitale, con immagini, grafie e colori montati strato dopo strato con diversi programmi, evita il realismo dei cosiddetti rendering e rende il disegno simile a quelli creati con le tecniche convenzionali, ma con una novità delle immagini, un realismo fantastico e un uso della prospettiva calcolatamente alterati in chiave pittorica.

La presente call for papers di «piano b» vorrebbe stimolare e raccogliere riflessioni a largo raggio sul tema dell'architettura raccontata e interpretata attraverso uno speciale genere di disegno, che affida il proprio potenziale creativo a tecniche come quella del collage, e che intende essere prima di tutto espressione di una dimensione culturale, che si sostanzia attraverso l’immagine stessa e i suoi dettagli.

Possibili, ma non esclusivi, spunti di riflessione:

  • Collage, narrazioni figurative e “discorsi per immagini”
  • Il collage e la dimensione culturale dell’architettura
  • Il collage come strumento per la definizione dell’idea del progetto
  • Il collage come strumento di comprensione della città
  • Tecniche di rappresentazione e disegno digitale
  • Costruzioni prospettiche e collage
  • Il ruolo delle opere d’arte nei collage di architettura
  • Il rapporto semantico fra l’uso del collage in arte e in architettura
  • Nuove forme di collage: le invenzioni della fotografia digitale
  • II ruolo della fotografia nei collage di architettura
  • Il collage e il riuso delle immagini nei media e nelle pratiche artistiche

I docenti, i critici e gli studiosi interessati potranno sottoporre alla valutazione dei curatori del numero le proprie proposte, inviandole come allegato al seguente indirizzo di posta elettronica:

redazione.pianob@unibo.it

Per proporre un contributo si dovranno, inoltre, rispettare le indicazioni di seguito esposte, altrimenti esso non sarà accettato.

Come proporre un contributo

Entro il 9 settembre 2019 si dovrà inviare all’indirizzo redazione.pianob@unibo.it un file .doc comprensivo di un breve abstract (massimo 1500 battute, spazi inclusi), non più di cinque parole-chiave e una sintetica biografia del proponente, la cui valutazione sarà affidata ai curatori del numero. L’abstract, la biografia e le parole-chiave dovranno obbligatoriamente essere presentate, oltre che nella lingua originale del testo, anche in inglese. Una volta ricevuta conferma di accettazione dell’abstract da parte della redazione, si potrà procedere con la stesura e l’invio di un contributo monografico/saggistico, il quale non dovrà superare le 15-20 cartelle (30.000-40.000 battute, note e spazi inclusi). La stesura del testo, che potrà esser redatto in italiano, inglese o francese, dovrà essere uniformata alle norme redazionali della rivista. Tutti i contributi dovranno pervenire allo stesso indirizzo di posta elettronica sopra indicato entro il 16 dicembre 2019, avendo cura di specificare nel corpo dell’e-mail di accompagnamento titolo del contributo e nome e cognome del proponente.

Ogni contributo che arriverà in redazione sarà sottoposto a procedura di double-blind peer review, venendo inviato anonimamente a due referee. Se i giudizi dei due referee saranno in contrasto, i direttori decideranno (in dialogo con il curatore o i curatori) se assumersi la decisione di pubblicabilità o di invio a un terzo referee. La redazione contatterà gli autori per comunicare loro l’esito della valutazione. L’uscita del primo scaglione del numero è prevista per gennaio-febbraio 2020.

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