Call for Papers: Astrazione, analisi e sintesi di un principio operativo. Attorno e oltre la stagione della pittura analitica
A cura di Elena Di Raddo, Kevin McManus e Francesco Tedeschi
A partire dalle attività promosse dal Centro di Ricerca sull’Arte Astratta in Italia, si propone un fascicolo di “piano b” orientato a raccogliere riflessioni, approfondimenti e studi sugli sviluppi della definizione dell’arte astratta a partire dalle posizioni esposte negli anni Settanta nell’ambito della cosiddetta pittura analitica e che da queste, sotto il piano storico-critico, trovano la loro origine o il loro snodo essenziale.
Le forme e le pratiche dell’arte non-figurativa, definitesi nel percorso storico della prima metà del secolo, sono presenti, anche se non più in termini pionieristici, nelle vicende del secondo dopoguerra. I paradigmi e le letture critiche che hanno accompagnato lo svolgimento delle tendenze dell’astrazione fra gli anni Cinquanta e Sessanta trovano poi nella stagione di riflessione analitica definitasi nel corso degli anni Sessanta-Settanta una fase di forte riconoscibilità. Partendo dal nodo teorico-critico e operativo prodotto dalle esperienze, italiane, europee e internazionali, che sono state riconosciute nell’ambito della pittura “analitica” o della “pittura-pittura”, la proposta di un numero della rivista “piano b” dedicato a questo tema intende mettere a fuoco aspetti di fondo ed esempi specifici inerenti la continuità e il rinnovamento delle pratiche di un’arte che riflette sui temi della forma, della superficie, delle tecniche specifiche, generando nuove ipotesi di organizzazione dell’atto pittorico o dell’azione costruttiva nell’arte degli ultimi decenni del Novecento.
Oltre a prendere in esame aspetti dell’arte degli anni Settanta, nell’ambito di gruppi quali “Support-Surface”, della continuità della “Systemic Painting” e delle altre situazioni operanti in quest’ambito, le posizioni esposte da artisti quali Peter Halley, Sean Scully, ma anche dai continuatori dell’esperienza della pittura analitica, della monocromia, delle ricerche formaliste, sono oggetto di un interesse indirizzato a cogliere relazioni fra la dimensione storica e la loro ricaduta nell’attualità.
In questo complesso di esperienze, si delinea una duplice possibilità, definibile appunto secondo la classica opposizione tra “analisi” e “sintesi”: da un lato l’approccio analitico rispetto al linguaggio della pittura e alla forma pittorica come esperienza specifica, in un’indagine dei suoi elementi costituitivi (supporto, superficie, colore, cornice) e del loro rapportarsi tra loro e con la spazialità del quadro. Dall’altro, un approccio, che definiamo “sintetico”, più tipico delle pratiche postmoderne degli anni Ottanta-Novanta, legato alla ripresa di modelli, stilemi e cliché dell’astrattismo storico in una chiave di reinquadramento ironico, critico o talvolta nostalgico. Una posizione più complessa, in qualche modo intermedia, è costituita dalla seconda generazione di “pittori analitici”, che a loro volta operano una sintesi a partire dal lavoro di indagine dei loro predecessori, proponendone una prosecuzione che sfocia spesso in una dimensione “decorativa”, installativa, di interpellazione dello spazio espositivo, al di fuori di quella tensione interna al quadro che il modello di astrazione proposto da Clement Greenberg tra anni cinquanta e sessanta identificava come carattere essenziale del paradigma modernista. (Queste ricerche hanno portato inoltre alla ricerca di forme di astrazione esterne all’ambito e alle tecniche della pittura tradizionale, in rapporto con i nuovi mezzi forniti dal digitale).
I nuclei tematici attorno ai quali sarà costruito il numero di «piano b» saranno i seguenti:
• Casi studio di artisti che hanno riflettuto sulla questione dell’astrattismo tra anni Settanta e oggi
• Mostre dedicate all’astrattismo negli ultimi decenni, che si segnalano per un approccio problematico e per i collegamenti con le pratiche più recenti.
• L’astrattismo nella critica degli ultimi decenni: letture, sintesi, proposte di categorizzazione.
• Il rapporto tra l’astrattismo in pittura e la sua eredità nell’ambito dei nuovi media e dei media digitali.
• La collocazione culturale dell’astrattismo oggi, in rapporto a forme d’arte più direttamente legate a temi di attualità e politica.
• Le vicende dell’astrattismo alla luce delle teorie e degli sviluppi del Postmoderno, inteso anche in alcune sue articolazioni specifiche (studi post-coloniali, gender studies, etc.).
• Pratiche di citazione, collage, riutilizzo e frammentazione che riprendono l’arte astratta del passato. • L’arte astratta e lo spazio: modalità espositive, installative ed enunciative.
Bibliografia essenziale
Paparoni D. (1994), L’astrazione ridefinita, Tema Celeste, Siracusa.
Ryan D. (2002), Talking Painting: Dialogues With Twelve Contemporary Abstract Painters, Routledge, London/New York.
Feierabend V., Meneguzzo M. (2008, a cura di), Pittura analitica, Silvana, Cinisello Balsamo.
Nickas B. (2009), Painting abstraction: New Elements in Abstract Painting, Phaidon, London.
Belloni F., Gransinigh V. (2015, a cura di), Un’idea di pittura. Astrazione analitica in Italia, 1972-1976, Civici Musei, Udine.
Rigoni A. (2017, a cura di), Pittura analitica: origini e continuità, FerrarinArte, Legnago / Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo.
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L’uscita del vol. 9 n. 2 è prevista per la metà del 2025.